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Uccidere il Buddha

“Se incontri il Buddha lungo la strada, uccidilo, o sarai costretto a seguirlo per il resto della tua vita”.

Ho scarse possibilità di incontrare il Buddha e anche se dovessi imbattermi in lui non ho alcuna intenzione di seguirlo.

Ah!…, ma è una metafora, che stupido che sono! Naturalmente, è tutto un simbolismo. La strada è il nostro viaggio e il Buddha equivale alla conoscenza o, almeno, al pensiero su ciò che si sa.

E’ possibile vivere una vita senza che questa sia vincolata a qualcosa? E i miei figli, la mia famiglia? D’accordo, forse alcuni di noi potrebbero vivere lontani dalle proprie rispettive famiglie, ma non per molto tempo. E la mia comunità? I miei amici? Cosa significa? L’idea di un attaccamento a qualcosa confonde sempre. Come separare ciò che inevitabilmente è parte della mia vita, le cose che amo, persone, luoghi, con altro di cui, forse, posso fare a meno? Non lo so, non ne ho la più pallida idea, questa è la tua vita, la via verso la consapevolezza, la partita che sei chiamato a giocare. Credo che non sia opportuno rifiutarsi di giocare anche perché quella partita prima o poi ti si ripresenta davanti, magari sotto altre forme e in modo diverso ma sostanzialmente è la stessa gara.

Vorresti abbandonare la competizione?

Le convinzioni su quello che so, ovvero il mio personalissimo “Buddha”.

Impressioni, intuizioni, presentimenti, sensazioni, idee, nozioni, credenze su di me e il mondo, opinioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Questo è tutto, solo credenze, in base alla percezione di una realtà in cui vivere, i significati, le credenze raccolte lungo la strada. Ampliare la mia conoscenza, espandere la percezione, la certezza di voler cambiare, costruire letteralmente una realtà, essere in grado di vederne (e di venderne) una nuova.

“Uccidere il Buddha”, non c’è altra soluzione.

Come hai iniziato a “uccidere il Buddha”, sei diventato meno rigido nel giusto e sbagliato, e indovinate un po’?

La tua realtà è cambiata, e come la tua realtà è cambiata, hai visto che avresti potuto vivere una vita senza alcun vincolo, perché essere legato ti ha lasciato bloccato in un passato, il rammarico e il dolore di quello che avrebbe potuto essere. Non riuscivi nemmeno a vedere cosa si poteva vivere nella prigione di tua creazione.

Si tratta di “uccidere i Buddha” che ci tengono legati al nostro passato!

E’ mia umile “convinzione” che al fine di avere un vero e proprio cambiamento di coscienza dobbiamo prima essere disposti a lasciar andare la nostra “giustizia” sulle nostre credenze.

teatroimpresa

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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