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Creatività e Impresa

Creatività. La capacità di creare con l’intelletto e la fantasia è cosa rara. 

“Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?” diceva Joseph Conrad, l’autore di “Cuore di Tenebra”, il romanzo che, sembra, abbia ispirato Francis Ford Coppola a realizzare il film “Apocalipse Now”.

Di contro, i ritmi disumani e spersonalizzanti della catena di montaggio in “Tempi moderni”, minano la ragione del povero Charlot, operaio meccanico.

La pausa pranzo potrebbe concedergli un momento di riposo, se non che Charlot viene prescelto quale operaio tipo su cui sperimentare la macchina automatica da alimentazione, che dovrebbe consentire di mangiare senza interrompere il lavoro.

Tanto il guardare fuori dalla finestra che il pranzare non vengono di norma considerate parte del tempo di lavoro.

E un’azienda? Ha una qualche relazione di libertà con il lavoro e la produzione? Può permettersi di guardare, come Conrad, fuori dalla finestra in cerca di un’ispirazione o come Chaplin subisce la costrizione della catena di montaggio, e trasforma uomini in forza lavoro da sfruttare al massimo?

Mutare uno stato di cose, introdurre nuove norme, metodi, sistemi inediti è, per le aziende una condizione necessaria, qualcosa di essenziale a cui non si può rinunciare: riacquistare forza, vigore ed efficienza. Le imprese basate sulle capacità intellettuali hanno quindi bisogno di comprendere più di altre questioni come innovazione e creatività per rimanere ambiziosi.

Da dove viene la creatività e la fantasia? E’ possibile fare un lavoro creativo in modo collettivo?

Che tipo di leadership è necessaria per rendere l’innovazione e la creatività “abitudini” d’impresa? E’ di contenuti straordinari del pensiero che stiamo parlando e di come convertire una nuova idea in un prodotto/servizio adottando un processo vantaggioso e sostenibile.

Ognuno è in qualche modo creativo. Tuttavia, non tutti hanno quel tipo di creatività che potremmo definire “buona”. 

I visionari particolarmente dotati, capaci di creare situazioni e immagini fantastiche, irreali e di forte impatto visivo, nel business non sono favorevolmente accolti. Gli uffici e le sedi di rappresentanza per attività imprenditoriali sono spesso squallidi e tristi, senza allegria, senza passione, senza amore.

Nel mondo degli affari, la “buona creatività” è caratterizzata da idee (opportune e possibili) tali da trasformarsi in innovazioni sostenibili, piuttosto che “mode” a breve termine. Si, indubbiamente una moltitudine di fattori possono influenzare radicalmente il grado in cui l’idea si trasforma in novità. Del resto, Leonardo da Vinci ha inventato l’elicottero “solo” 400 anni prima che la tecnologia rendesse possibile la sua invenzione.

La creatività è il nemico di ogni sana strategia?

Naturalmente no, eppure alcune persone temono questo. Una buona strategia permette reattività e agilità e questo richiede risposte creative alle opportunità che appaiono coerenti con la direzione generale della corsa che si vuole intraprendere. Una cattiva strategia o non risponde o, peggio ancora, come un infradito si lega intorno ad ogni moda che appare all’orizzonte, con il risultato che non vi è alcuna messa a fuoco da parte dell’impresa. Succede più spesso di quanto si immagini.

Si obietterà che è molto difficile gestire persone creative le quali, sovente, si rifiutano di essere “amministrate”. Non c’è nulla di sorprendente in questo, le passioni dimenticano a volte lo scopo.

Progettare il lavoro come un’esperienza che ottiene il meglio quando impegna ognuno a dare il meglio. Una cosa è essere personalmente creativo, un’altra è creare una cultura in cui la creatività e l’innovazione sono incorporati nell’azienda, corpuscoli d’impresa.

L’imprenditoria, oggi più che mai, dovrebbe essere interessata a incoraggiare ogni persona a portare la propria mente, il proprio corpo e la propria anima al lavoro.

teatroimpresa

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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