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Il venditore è morto

Il venditore è morto, ha dovuto lasciare la casa dove è nato in un freddo e nebbioso mattino e una donna che ama. Una donna dalla figura dolce e imponente, con una croce di legno che le ciondola dal collo, ogni volta che lo vede uscire piange, lo scongiura di restare ancora qualche minuto. Cominciare la giornata con le parole del Signore, dice, ispira. Ma lei è cosi, tende a patire con facilità, ha emozioni a fior di pelle, o ride o piange.

Le è stato insegnato che la vita è difficile e dura, le è stato detto di prepararsi alla sofferenza. “Chiedo solo un miracolo piccolo piccolo…” e parla e le parole la trascinano in un pianto eterno. “Io ti credo – dice all’uomo – non ha importanza la situazione che stiamo vivendo, so che farai un miracolo nella mia vita.” E’ la voce di chi soccombe all’altrui inganno che sale dagli inferi della disperazione con la speranza di un orecchio disposto ad ascoltare.

E’ un giorno d’angoscia, un giorno come tanti, ed egli cercherà, come sempre ha fatto.

Durante la notte la mano dell’uomo è costantemente tesa e non si stanca, rifiuta ogni conforto e geme, medita e viene meno il suo spirito. Al mattino, trattiene gli occhi dal sonno, è turbato e senza parole.

Ripensa ai giorni passati, ricorda gli anni lontani. Un canto gli ritorna nel cuore, riflette e il suo spirito si va interrogando. E se perdo il lavoro? Non per la perdita, ma il pensiero che ha dentro. Se ti consideri un uomo capace, reagirai sicuramente bene. Diversamente, se ti consideri una povero che mai potrà fare niente, che mai avrà un soldo, la tua reazione sarà d’affanno. Perché non è la circostanza che stabilisce il tuo stato ma il pensiero.

Non crede di non poter uscire da una situazione cosi difficile, utilizzando condotte ripetitive, abitudini consolidate, risposte ripetute, contegni imparati a memoria. Le donne – pensa – loro si, piangono per ogni cosa, sia buono sia male, sempre hanno una lacrima pronta. Ma per lui, no, non può farlo anche se non le ha mai chiesto di smettere.

Si, la prega, ogni volta le dice di “non piangere”. Ma è un’altra cosa. Lui sa, ha imparato che nessuno ascolta il pianto, che le lacrime non commuovono, che le lacrime non danno risposte.

Non passa molto tempo che Lei lo chiama sul cellulare per augurarle ancora una volta una buona giornata. Quel giocattolo da adulto viziato gli dà un grande senso di solidità, una presenza. Più tardi, si presenta ad ad un incontro già stabilito da tempo con un suo possibile cliente.

Buongiorno ho un appuntamento con il signor… si presenta con il cognome, aggiunge il nome, ripete il cognome.

Nazioni e popoli stanno morendo nel lento e profondo, accidentato e contestato cammino verso l’eutanasia. Teneri sguardi valicano in questi anni i confini d’Europa. La morte è bella, tranquilla e naturale, accettala con spirito sereno, caro vecchio venditore. Pensa a lei in modo creativo, è parte della vita cosi ti dicono i bene informati. Affettuosi abbracci a tutti allora, e vai tranquillo. Placido e quieto sia il tuo andare e non turbarti con pensieri grandi e nobili, attraversa il ponte fra ciò che sei e il cosa diventerai dall’altra parte. Un passo alla volta coraggio, impara ad aver fiducia, a lasciarti andare al grande scorrere. Continua pure a suonare campanelli di perfetti sconosciuti per piazzare il suo prodotto fantastico o prendere decisioni apparentemente importanti, ma sai di essere poco più che un selvaggio indaffarato a negoziare e barattare perline di vetro, specchietti e cianfrusaglie.

Gli uomini si incontrano nel sonno, cioè affannati da preoccupazioni, oscurati da dubbi e paure, perduti nella quotidianità. Si incontrano per conseguire obiettivi o vantaggi insignificanti, esterni, vani. Si danno da fare, certo, discutono di affari. Discutono della “possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo, cioè di far sì che esso soddisfi i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro”. Il problema è che le generazioni future sono già arrivate cosi come i loro bisogni.

Hai smarrito il vero obiettivo. Manca in te la consapevolezza del gioco, hai dimenticato, non reciti più e sei diventato oramai il ruolo stesso! Sulla via dell’impeccabilità, nel mondo di un uomo responsabile, c’è spazio solo per vincere te stesso, la tua mediocrità, la menzogna, l’identificazione col mondo.

Auguri e buon lavoro.

teatroimpresa

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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