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Truffa e lavoro

Per chi organizza un corso si tratta già di lauto guadagno, per chi lo segue invece, potrebbe trattarsi di truffa

di Claudio Cavallo

Truffa nell’art. 640 del c.p. è definita quando con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, si vuole procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. Avvicinarsi al mondo del lavoro è difficoltoso di per sé, specialmente se non si ha una qualche capacità o specializzazione richiesta dal mercato; a questo dato di fatto, bisogna aggiungere che, purtroppo, c’è anche chi specula sul bisogno di lavoro delle persone, proponendo delle vere e proprie truffe.

Probabilmente, è impossibile elencare tutti i tipi di raggiri che vengono attuati da personaggi senza scrupoli ai danni di persone, giovani soprattutto, alla ricerca di lavoro. Questa volta ci occupiamo di Formazione. Per quanto possa sembrare paradossale, la possibilità di speculazioni esiste non solo nel campo del lavoro vero e proprio, ma anche in quello della formazione. Non c’è da stupirsi: al giorno d’oggi, una buona formazione professionale è necessaria per intraprendere qualsiasi percorso lavorativo, in ogni settore del mercato del lavoro, il che significa che anche le centinaia di migliaia di giovani in cerca di apprendimento o miglioramento di competenze possono diventare un “mercato” appetibile; se a questo aggiungiamo che gli Enti Locali e l’Unione Europea stanziano ogni anno molti miliardi per la formazione professionale, ci si rende facilmente conto delle opportunità che si offrono ai soliti personaggi senza scrupoli. Corsi di informatica, corsi per estetiste e parrucchieri, corsi per fotografi,  tutti diversi ma tutti rigorosamente a pagamento. Non vogliamo dire che tutte queste iniziative siano delle truffe, ma solo che è necessario prestare la massima attenzione al rapporto qualità/prezzo e non lasciarsi abbindolare da allettamenti del tipo “con questo corso troverai sicuramente lavoro”.

A titolo di esempio, se si decide di frequentare uno dei tanti corsi di informatica, è bene scegliere fra quelli che forniscono la preparazione più completa e aggiornata, informandosi dettagliatamente sui contenuti del corso e sui materiali che saranno messi a disposizione. Se potete, chiedete consigli ad amici o conoscenti esperti nel settore. Bisogna tenere presente che l’organizzazione di un corso è di per sé un’attività economica: chi lo propone, si pone anche l’obiettivo di realizzare dei profitti. Tutto ciò è pienamente legittimo, ma non ci si può nascondere l’eventualità che il fine economico sia realizzato a scapito delle persone in cerca di formazione. Attenzione alla qualità del corso, dunque, e verifica preventiva delle reali possibilità occupazionali che può garantire; anche qui, infine, è bene preferire enti riconosciuti dalla Pubblica Amministrazione, evitando di rivolgersi a scuole improvvisate, che non devono rendere conto a nessuno del proprio operato.

Purtroppo, anche i corsi di formazione gratuiti – poiché finanziati da enti pubblici – possono riservare bruttissime sorprese.

Il Fse (Fondo Sociale Europeo) è messo a disposizione dall’Unione Europea per finanziare iniziative tese alla promozione dello sviluppo economico e sociale locale. Non è facile accedervi (le procedure burocratiche sono complicatissime), ma, una volta ottenuto il finanziamento, le erogazioni sono piuttosto cospicue. Per questo motivo, negli ultimi anni, è cresciuta esponenzialmente l’offerta di corsi di formazione professionale di tutti i tipi: da quelli per “Assistenti di studi legali, tributari e professionali”, cioè segretari/e, a quelli per “Addetti al servizio di mensa nelle piccole e medie imprese”, per farlo non serve conoscere la struttura molecolare della carne, a quelli per “Animatori teatrali”, troppo generico. Alcune di queste iniziative sono indubbiamente utili, altre sono più dubbie. Si inventano professioni fittizie (…) per poter imbastire corsi inconsistenti che non riusciranno mai a procurare il pane a coloro che li frequentano. Il problema è che i corsi Fse, inadeguati per trovare una sistemazione professionale per gli studenti, sono invece una grossa fonte di lucro per gli organizzatori. E’ per incassare i soldi che si inventano le professioni più improbabili, in modo da moltiplicare il numero di corsi e i relativi incassi”.

Inoltre, il fatto che questi “corsi” siano gratuiti  non diminuisce la gravità della truffa, perché si tratta di denaro pubblico gettato dalla finestra, quindi di un danno per tutta la collettività, a cominciare dai disoccupati cui fanno perdere tempo che potrebbero impegnare in attività realmente formative. Che cosa fare? Prima di iscriversi ad un corso, pretendete tutte le informazioni sul profilo professionale e sulle concrete possibilità occupazionali; diffidate dei discorsi fumosi sulle trasformazioni del mondo del lavoro, sulle opportunità in prospettiva, ecc. Sapere con certezza cosa farete alla fine di un corso è un vostro assoluto diritto.

teatroimpresa

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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