La negazione dell’ evidenza

Evidenza, ciò che è chiaro e indubitabile

di Maria Teresa Falbo

La negazione dell’ evidenza. Ormai è un termine molto usato, soprattutto in politica. Fa riferimento alle questioni amministrative, istituzionali, sociali. Per definire un dato di fatto, una situazione ma anche un comportamento, naturalmente scorretto, si ricorre a un termine che ci induce a considerare la realtà non già per quello che è ma per quello che sembra anzi, sembrerebbe. Condizionale necessario per indurci in tentazione: quella di porre in essere il sospetto verso noi stessi e la nostra capacità critica. Il termine in questione: percezione. Ne avrete sicuramente sentito parlare, vi siete sicuramente chiesti cosa accade quando mettiamo in dubbio le nostre considerazioni di fronte all’evidenza. Accade così che notando lo sporco che regna nella città, il degrado e l’abbandono, la disattenzione e la noncuranza di una burocrazia che ci schiaccia sotto il peso dell’incomprensione e della maleducazione di certo pubblico impiego, le strade dove le infrastrutture latitano, incuranti di buche ed asfalto eroso come una roccia dal mare.

Decisioni politiche locali e non, che rispondono ad una logica partitica e non già sociale. L’inettitudine e la negligenza di una larga fetta di politici e dirigenti. Gli interventi fallimentari o inesistenti in vari settori sociali come sanità, occupazione e disoccupazione, lavoro e lavoro nero, povertà in aumento e speculazione, avranno una sola spiegazione: percezione. Ossia: caro cittadino, caro essere che ogni giorno monti in bestia per come vanno le cose e ti dai le uniche spiegazioni possibili che ti invadono occhi, coscienza e ragione, sappi che sei in errore. E’ solo percezione della realtà. Percezione, termine che fa faville nella bocca degli “interessati”, che appartiene alla sfera della psicologia e della medicina e che, se applicato al linguaggio, può nascerne che valori e bisogni personali diventano elementi chiave su cui strutturare il processo cognitivo. Può accadere che “l’ignoranza” alimenti l’immaginazione a scapito della verità, può accadere che inizi un processo di diffidenza o dubbio verso ciò di cui veramente siamo testimoni, per far spazio ad un modo di leggere la realtà e i suoi fatti che sono funzionali al sistema e dunque, ne giustifichi l’indifferenza, il disinteresse o l’insensibilità.

Oggetti e simboli, realtà e immaginazione possono essere indotti in maniera volutamente distorta e ciò che è ritenuto significativo per ciascuno, con modalità diverse ma che conducono alla conoscenza come consapevolezza, diventare la teoria di una realtà irreale, dove ciò che vedo non è ciò che vedo ma è qualcos’altro che non conosco ancora e, perciò, non conosco affatto. Ergo, non posso giudicare. Perciò me ne sto zitto. Traetene le conclusioni.

teatroimpresa

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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