Spaghetti made in Canada
Una confezione di pasta su tre è fatta con grano straniero
Spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffè, a malapena riesco a mandar giù. Indimenticabile Fred Bongusto. Siamo il paese della pasta, lo siamo sempre stati, ma ora una confezione su tre è fatta con grano straniero. Spaghetti canadesi e maccheroni turchi. Made in Italy, cosi dicono. un’interrogazione parlamentare Guido Guidesi, non so chi sia ma non ha importanza, denuncia che il 30-40 per cento del grano duro usato dalle nostre industrie alimentari proviene dall’estero. Importazioni che continuano a crescere.
Pane e pasta. Capita di dover mangiare pane fatto con farina di grano tenero ucraino. Raddoppiate le importazioni di grano dalla Turchia, il primo fornitore di grano duro resta invece il Canada. Il fenomeno è obiettivamente curioso se è vero il Canada, esporti il proprio grano a dazio zero, mentre applica un’aliquota fino l’undici per cento all’ingresso della pasta in arrivo dall’Italia sul proprio territorio. Prendiamo da loro grano ed esportiamo pasta pagando. E’ noto, inoltre, che in molti dei paesi extracomunitari da dove proviene il grano sono utilizzati prodotti e fitosanitari vietati da anni in Italia e in Europa.
Naturalmente a farne le spese sono anche i nostri agricoltori, ma questo non sembra interessare nessuno. Le manovre speculative sul mercato hanno portato a un crollo dei prezzi del grano italiano. Solo lo scorso anno gli operatori del settore hanno denunciato perdite per oltre 700 milioni di euro. Il grano duro, destinato alla produzione di pasta, ha perso il 43 per cento del valore, ormai viene pagato 18 centesimi al chilo. Come trent’anni fa. Il grano tenero destinato alla produzione di pane ormai è sceso a 16 centesimi al chilo. Alla fine, sono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro. Intanto sulle nostre tavole cresce la percentuale di materie prime straniere. Nei porti italiani continuano a giungere navi importatrici di grano che oltre a contribuire alla diminuzione del prezzo, hanno anche problemi di tracciabilità e salubrità del prodotto importato.
Ci sarà mai qualcuno pronto a intervenire? Per tutelare i produttori italiani di grano non sarebbe il caso di introdurre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima utilizzata per la pasta, accortezza che oggi non esiste? L’indicazione dell’anno di produzione e “il divieto di utilizzare un prodotto extracomunitario oltre i 18 mesi dalla data di raccolta”. Piccole cose, non si chiede poi molto.