Definire prima e difendere poi la privacy
La privacy, è questione delicata e complessa che varrebbe la pena di approfondire. L’esposizione continua della propria personalità in pubblico, prodotto da un uso talvolta esasperato delle tecnologie di comunicazione, sembra generare solo l’illusione di uno Stato più libero: c’è una evidente erosione della privacy personale e un’allargamento patologico della sfera pubblica ai danni di quella privata. Tutto ciò, determina un maggior controllo e una minore libertà? L’analisi predittiva, è la disciplina che combina informatica, psicologia e statistica allo scopo di prevedere gli eventi che potrebbero verificarsi in futuro.
Di seguito propongo un interessante articolo.
Il paradosso della modernità è aver lottato decenni per definire prima e difendere poi la privacy e finire per svenderla senza particolari rimpianti
Per promuovere l’uscita del videogame Watch Dogs 2 il suo istituto di ricerca, in collaborazione con Sid Lee e Ubisoft, ha realizzato la piattaforma online Predictive World che, grazie alla geolocalizzazione e alla possibilità di collegarsi al proprio profilo Facebook, dipinge un ritratto psicologico, familiare e professionale un po’ approssimativo ma certamente di grande impatto.
«Abbiamo creato questa piattaforma per far comprendere agli utenti cosa un sistema predittivo è in grado di prevedere sul loro futuro. Per realizzarla abbiamo setacciato miliardi di dati per cercare una correlazione, ad esempio, tra il luogo in cui vivono e il reddito presunto. Poi abbiamo aggiunto altre variabili, per citarne una l’altezza, perché le statistiche dimostrano che le persone più alte guadagnano di più. Ovviamente il sistema non è poi così intelligente, ma anche questa è una lezione per noi, che dimostra che i sistemi predittivi non sono mai perfetti».
Alla base dell’analisi predittiva c’è dunque il data mining (letteralmente: estrazione di dati), il processo che all’interno di grandi basi di dati ricerca relazioni e pattern prima sconosciute, e sulla base di esse tenta di predire comportamenti futuri. Le applicazioni concrete fanno ormai parte della vita quotidiana, basti pensare al credit scoring, ovvero l’elaborazione di un punteggio creditizio finalizzato alla concessione di prodotti finanziari, oppure alla prevenzione delle frodi. «L’analisi predittiva è ormai di uso comune in molte aree: per fare un esempio i supermercati utilizzano i dati metereologici per prevedere il consumo di prodotti stagionali» conferma Stillwell. «Ciò può avvenire perché grandi quantità di dati ormai sono disponibili un po’ ovunque, sia grazie agli archivi pubblici come il censimento, sia con database privati».
Ma c’è di più: non è solo una questione di dati e in questo senso i social network giocano un ruolo fondamentale. «Allo Psychometric Centre studiamo e mettiamo a punto metodi psicometrici all’avanguardia. Utilizziamo i big data per misurare i tratti della personalità senza fare ricorso ad alcun quesito: piuttosto che chiedere “ti piace frequentare le feste?”, preferiamo fare ricorso ai dati che riguardano i social che ci permettono di capire con che frequenza gli utenti vanno effettivamente alle feste rispetto alla media».